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- LEZIONI - CAAD 2006 - PROF. ANTONINO SAGGIO -

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COMUNICAZIONE MARSUPIALE


Siamo nella fase storica della terza ondata e l'architettura come si comporta?
E' il quesito che struttura tutto il corso.
Come reagisce l'architettura alla grande crisi del modello basato sull'informazione ?

L'architettura degli anni 1925 al 1966 era basata su un sillogismo : io esisto in quanto architettura, in quanto funziono, in quanto macchina.
Io esisto in quanto funziono.
Alla base dell'architettura degli anni '20 c'è il modello industriale della macchina, oggettività dei processi logici, e alla base della macchina c'è il funzionamento.
Oggi tutti i beni tendono ad avere alla loro base il ragionamento io esisto in quanto informo, in quanto rappresento.

Alla base dell'architettura di oggi non c'è un problema di funzionamento, ma un problema di rappresentazione.

La comunicazione del periodo industriale doveva essere assolutamente oggettiva.
Figure retoriche : vecchie tecniche per parlare di una cosa attraverso un'altra, sono tecniche non oggettive ma che fanno scaturire in ognuno fenomeni di soggettività, comunicare per immagini soggettivizza in qualche maniera le differenze della comunicazione oggettiva.

 

 

 

La pubblicità dell'epoca industriale descrive la camicia in modo oggettivo : che tessuto è, quanto costa, come è realizzata ecc...
Nelle immagini della pubblicità dell'epoca moderna non si capisce neanche qual'è l'oggetto della vendita, è un immagine soggetiva, l'acquirente deve già conoscere quel prodotto, l'immagine non parla a tutti ma solo al gruppo ristretto di persone che è in grado di codificare quell'immagine.
L'architettura è una forza trainante appartenente alla società dell'informazione per cui anche essa è basata sul concetto di "io esisto in quanto informo".

 



Il Museo Ebraico di Libeskind è esso stesso un simbolo, rappresenta la drammaticità dell'olocausto. E' un'architettura che deve riuscire a comunicare una crisi a trasmettere un dramma, su cui i vivi si possono misurare.

 

 

Il Guggenheim di Bilbao è una macchina comunicativa.
L'opera di Gerhy è una cattedrale che funziona a tanti livelli : un primo livello simbolico per la città, per la popolazione, le torri che si trovano verso il ponte non hanno quasi nessuna funzionalità ma segnalano la presenza del museo dal fiume cioè dal centro storico della città.
Il ruolo rappresentativo di questo edificio è molto forte.  

 

Il Kiasma Museum di Steven Holl a Helsinki estrapola linee forza dal contesto urbano fortemente comunicativo e le metaforizza nella figura del chiasma ; questa figura è usata tramite operazioni di inversione e sovrapposizione a tre livelli :
1_ conformazione con il contesto
2_ configurazione dell'interno del museo
3_ il nome del museo è quello che rappresenta il simbolo, il motto del progetto stesso, chiasma appunto.

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